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MARIO GIANQUITTO – Invertebrati - Specie in evoluzione. 2011 (Mario Gianquitto)

MARIO GIANQUITTO – Invertebrati - Specie in evoluzione. 2011

  • Titolo: MARIO GIANQUITTO – Invertebrati - Specie in evoluzione. 2011
  • Genere: Pittura
  • Tecnica: Multipla
  • Misure: 50x70
  • Descrizione: Ma Mario Gianquitto non la rappresenta come figura patetica, tutt’altro, la Venere Nera esce dal bianco della tela in tutta la sua forza, armoniosa, tonica, l’espressione sensuale e provocatoria delle labbra, la postura sfrontata la riabilita ...
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Commenti sull'opera MARIO GIANQUITTO – Invertebrati - Specie in evoluzione. 2011:

 (Recensione a cura di Maria De Michele)

“ Invertebrati-Specie in evoluzione”, un’opera che si incammina tra storia e futuro, una denuncia contro la violenza e la schiavitù della donna di colore, dove la discriminazione diviene spettacolo, l’empatia e l’umanità si annullano sotto il peso della violenza degli sguardi. Ma Mario Gianquitto non la rappresenta come figura patetica, tutt’altro, la Venere Nera esce dal bianco della tela in tutta la sua forza, armoniosa, tonica, l’espressione sensuale e provocatoria delle labbra, la postura sfrontata la riabilita a donna consapevole   liberata dalle catene imposte dalla cultura dell’apparire. L’artista non usa sconti o artifici e attraverso questo splendido nudo costruisce un viaggio di dolore e soprusi della donna violata nel corpo e nella mente, mostrata  senza filtri di martirio.  Come sempre i personaggi ritratti da Gianquitto toccano corde delicatissime, dove è impossibile per chi ne fruisce non porsi domande, l’autore lascia sempre e comunque un segno indelebile nella memoria. Il linguaggio pittorico è frutto di un realismo e di un’osservazione analitica del vero, che alla predilezione estetica contrappone il problema etico, filosofico, storico ma soprattutto sociale. Il vantaggio di essere artista lo porta all’intuizione e attraverso quest’ultima la facoltà di esprimersi, dono ed arricchimento per lui  sempre immeritati. In basso a sinistra  creature acquatiche, elementi naturalistici frequenti nelle opere del pittore, rappresentazione fantasticata di un branco di stelle marine dal cromatismo variegato e un astrattismo che non si perde del tutto nell’informale. Forme vitali, capaci di rigenerarsi, invertebrati in grado di percepire forme, colori, avulsi dalla consape-volezza dell’inevitabile appuntamento con la morte. Esseri viventi dove l’aggressività è una pulsione innata strettamente collegata all’evoluzione della specie, metafora di assenza d’amore,  unico antagonista del male.  In basso a destra Gianquitto ha la necessità di un linguaggio poetico, esplicitamente visibile, un tuffo nel passato, che nel contempo è ricerca, invenzione, combinazioni che ad un realismo sorprendente si affiancano astrattismo e surreale. Per l’artista la gentildonna, pur conservando intatti i legami con la tradizione, è sulle tracce di un ideale di bellezza, espressa con un linguaggio di sentimento. Poesia che diviene pittura, la dolcissima espressione sembra voler dichiarare la propria castità, le sue virtù, nonostante siano legate ai pregiudizi, all’ isolamento fisico ed intellettuale dell’epoca. Delicata, indifesa e bisognosa di protezione, la donna diventa, nella concezione nobiliare dell’onore, la destinataria per eccellenza dell’omaggio cavalleresco.  Osserviamo la veste della gentildonna, puro astrattismo che tra giochi di forme, architetture di improbabili panneggi rivelano il genio creativo di un artista che guarda oltre il futuro, gamme cromatiche vigorose e solide accostate a brillanti effetti di chiaroscuro. Cambi repentini, dal rigore del classicismo all’astrazione raziocinante che con sbalzi di intuizione superano ogni spazio-temporale.“Invertebrati- Specie in evoluzione” è un’alchimia di preziosismi e spessori coloristici che impegnano i sentimenti e l’intelletto dell’osservatore. Gianquitto in uno spazio incommensurabile e un tempo senza cronologia dà forza simbolica al destino dell’umanità, discriminata in eletti e dannati, ed è proprio nella dialettica degli opposti che il messaggio culturale ed estetico della sua opera assurgono a poesia. Ed è proprio nella simbiosi dell’astratto e del realismo che l’artista esprime la sua intramontabile modernità.     


postato da Mario Gianquitto - sabato 13 ottobre 2012 alle ore 16:49

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